Intelligenza Artificiale: capire il potere, scegliere la direzione
Nell'era dell'AI, il vero potere non risiede nella tecnologia, ma nella nostra scelta consapevole di come e dove usarla come leva per il futuro.

Salire sul palco del TEDxBergamo è stata un’esperienza profonda e arricchente. Ho avuto il privilegio di condividerla con un gruppo di persone straordinarie — relatori, organizzatori e volontari — in un’edizione guidata da un tema tanto affascinante quanto attuale: Potere.
Un concetto che si intreccia in modo indissolubile con la tecnologia che sta ridefinendo il nostro presente e il nostro futuro.
In questo contenuto ho voluto rielaborare l’idea che ho portato sul palco, per condividerla con chi desidera approfondirla.
Intelligenza artificiale: capire il potere, scegliere la direzione - TEDxBergamo
Fin dall’antichità, l’essere umano ha sempre dovuto affrontare la necessità di spostare grossi massi per costruire grandi opere. È accaduto nel passato, accade nel presente e continuerà ad accadere nel futuro. Se nei tempi antichi usavamo leve e rulli di legno per edificare i templi greci, oggi impieghiamo enormi gru per costruire ponti e infrastrutture moderne. Domani, strumenti ancora più sofisticati entreranno in gioco.
I "massi" da spostare – cioè i problemi da risolvere e i bisogni da soddisfare – rimangono fondamentalmente gli stessi; ciò che cambia sono le "leve", gli strumenti con cui li affrontiamo, che diventano via via più potenti.
Tuttavia, questa evoluzione ha valore solo se sappiamo come e dove spostare quei massi. In altre parole, l’efficacia degli strumenti dipende interamente dalla nostra capacità di usarli con consapevolezza e visione.
Una delle leve più potenti che abbiamo oggi a disposizione è senza dubbio l’intelligenza artificiale. La nostra abilità nel comprenderla e nell’adoperarla in modo consapevole sarà determinante per il nostro futuro. Ed è proprio questo il tema su cui voglio riflettere.
Ma prima di proseguire, desidero proporre uno spunto:
nelle nostre attività quotidiane, usiamo leve per spostare massi, o siamo noi stessi diventati leve che altri utilizzano per spostare massi?
Torneremo su questa domanda più avanti.
Un cambiamento straordinario
Negli ultimi anni, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è stato straordinario. Oggi è una forza di trasformazione in grado di ridefinire ogni aspetto delle nostre vite e della nostra società.
Possiamo generare testi, audio, video e immagini di altissima qualità in pochissimi secondi. Possiamo tradurre contenuti in tempo reale in tutte le lingue del mondo. E spesso l’intelligenza artificiale opera anche senza che ce ne rendiamo conto.
Pensiamo, ad esempio, a quando scegliamo cosa guardare su una piattaforma di streaming o quale brano ascoltare: spesso non si tratta di scelte totalmente autonome, ma influenzate – o addirittura prese – da algoritmi intelligenti.
L’AI sta diventando non solo un suggeritore, ma un vero e proprio mediatore delle nostre scelte e, sempre di più, delle nostre azioni.
Nel mondo della ricerca scientifica, l’intelligenza artificiale è già oggi un assistente instancabile: analizza enormi volumi di dati e documenti, facilitando la scoperta di nuovi farmaci, nuove cure, nuovi materiali. Contribuisce così, concretamente, al miglioramento della qualità della nostra vita.
Abbiamo dunque compreso che l’intelligenza artificiale è già in grado di superare le capacità umane in molti compiti specifici.
La vera domanda, oggi, non è più se una macchina potrà sviluppare un’intelligenza paragonabile alla nostra, ma quando ci supererà globalmente.
E mentre ci avviciniamo alla cosiddetta intelligenza artificiale generale (AGI) – cioè un’AI in grado di eccellere non solo in compiti specifici ma in qualsiasi ambito cognitivo – torniamo alla nostra riflessione: siamo noi a usare le leve o siamo diventati leve che altri manovrano?
Dall’intelligenza all’azione
La trasformazione in corso, però, non riguarda solo l’intelligenza. Riguarda anche l’azione.
Chi ha visitato San Francisco di recente potrebbe aver già sperimentato i taxi a guida autonoma: un’app prenota il veicolo, che arriva senza conducente. Si sale a bordo, e l’auto – senza nessuno al volante – parte, gira, frena, accelera, rispetta segnali e precedenze, e ci accompagna a destinazione. Anche dopo averla vissuta più volte, resta un’esperienza straordinaria.
Siamo abituati a pensare all’intelligenza artificiale come qualcosa di confinato nei nostri dispositivi digitali, nei server delle grandi aziende. Oggi, però, sta gradualmente abbandonando questi spazi digitali per entrare nel mondo fisico, quello reale e tangibile: guida automobili, controlla robot, opera in ambienti concreti.
Oggi esistono già robot umanoidi, con corpi simili a quelli umani, in grado di muoversi autonomamente nello spazio e di svolgere mansioni senza essere teleguidati da un essere umano. Vengono addestrati proprio come faremmo con un nuovo collaboratore: gli si mostrano i compiti da svolgere, si spiegano le attività in linguaggio naturale, e col tempo imparano ad agire in autonomia.
Ricordate quell’immagine, circolata online qualche anno fa, in cui si vedeva un palazzo in costruzione con un grande telo su cui era scritto: “Ehi, intelligenza artificiale, finisci tu di costruire il palazzo!”. E il sottinteso era, "visto che dicono che puoi fare tutto..".
Oggi questa frase, probabilmente, ci fa ancora sorridere, perché continuiamo a percepire l'ironia di fondo, ma forse non ci sembra più uno scenario così lontano e così improbabile.
Il nodo centrale: il lavoro
Dopo aver parlato di generazione di contenuti digitali, di guida autonoma e di robotica, non possiamo evitare uno degli argomenti più discussi quando si parla di intelligenza artificiale: il lavoro. Per molti, è l’unico vero argomento legato a questa tecnologia.
La domanda è semplice e diretta: l’intelligenza artificiale ci sostituirà nel mondo del lavoro?
Per rispondere a questa domanda torniamo alla nostra riflessione iniziale.. perché è quella la vera domanda che dovremmo farci: in quello che facciamo, nelle nostre mansioni, usiamo leve per spostare massi o ci sentiamo delle leve che vengono usate per spostare massi?
Perché se siamo leve allora sì, una tecnologia più efficiente potrebbe sostituirci.
Ma questo non è un tema nuovo. Ci siamo già passati nel nostro percorso: ogni volta che una nuova tecnologia ad alto impatto trasformativo è entrata nella nostra dimensione. Pensiamo, ad esempio, all'introduzione del vapore, poi dell'elettricità.. che hanno ha portato al telaio meccanico, fino alla catena di montaggio. Poi dell'elettronica, che ha portato ai computer fino ad arrivare all'automazione che conosciamo oggi.
Ogni volta che ci siamo trovati in uno scenario come questo, di certo ci sono stati degli squilibri iniziali, che successivamente abbiamo saputo gestire trovando delle soluzioni.. altrimenti non saremo qui a parlarne.
Siamo qui a parlarne perché ci troviamo nuovamente in uno scenario simile. E stavolta la nuova tecnologia ad alto impatto trasformativo si chiama intelligenza artificiale, caratterizzata da un'accelerazione e una scala (ampiezza di diffusione) senza precedenti.
L'intelligenza artificiale ha una grande capacità di andare proprio a ridurre, ad assottigliare quel confine che c'è tra usare leve ed essere leve.. ovvero, ha una grande capacità di estendere e potenziare le competenze di qualcuno rendendo obsolete le competenze di altri.
I dati del World Economic Forum mostrano chiaramente come, nel prossimo futuro, vedremo una drastica riduzione delle attività svolte solo da esseri umani, a vantaggio di quelle svolte da umani potenziati dalla tecnologia o che saranno completamente automatizzate.

La ricetta per affrontare il cambiamento
Come possiamo affrontare questa trasformazione? Quali sono gli ingredienti che dovremo (collettivamente) mettere nella ricetta che ci permetterà di gestirla al meglio? Dal mio punto di vista, sono due.
Il primo ingrediente riguarda le azioni individuali.
Ciascuno di noi deve diventare consapevole di ciò che sta accadendo. Dobbiamo “sporcarci le mani”, sperimentare la tecnologia, soprattutto negli ambiti che conosciamo meglio. Oggi tutti possono accedere a questi strumenti.
Informarsi, porsi domande e comprendere il potenziale dell’AI non è più un’opzione, ma un dovere.
Ma c’è un’altra dimensione da affrontare: quella culturale. Dobbiamo iniziare a ridefinire la nostra idea di lavoro. Il lavoro è, per definizione, dinamico. Cambia con la società. Oggi ci viene richiesto di essere altamente dinamici, di aggiornare continuamente le nostre competenze. Ma non tutte queste competenze devono essere tecniche: le cosiddette soft skill – come la capacità di guidare o di essere parte di un team – assumono un valore crescente.
Io stesso ho vissuto trasformazioni professionali importanti. Fortunatamente non costretto dalle circostanze, ma per pura voglia di imparare. Ed è questo che dovremmo ritrovare, probabilmente.. ricordandoci che l’apprendimento continuo fa parte della nostra natura, fin dalla nascita.
Tutti potranno e riusciranno a mettere in atto queste azioni? La dinamicità che ci viene richiesta
è sostenibile per la nostra società?
Probabilmente la risposta è "NO" per entrambe le domande.
Ed è qui che entra in gioco il secondo ingrediente: che dovrà essere messo nella ricetta dalle istituzioni.
Le istituzioni devono agire ora, sviluppando strategie pubbliche che preparino la società a un mondo che sarà diverso, e non solo dal punto di vista lavorativo. Il tempo stringe. I sistemi si evolvono con una rapidità impressionante, e noi non siamo minimamente pronti.
Siamo all'inizio di una crescita esponenziale, e da ingegnere non uso questo termine come semplice sinonimo di veloce. La caratteristica di questa crescita è che inizialmente tutto procede molto lentamente (oggi), ma poi, ad un tratto, le cose accadono.. e a quel punto dovremmo averci già pensato.
È un po' come quando prepariamo i popcorn. Buttiamo il mais nella padella rovente, e attendiamo. Inizialmente non accade nulla, ma ad un certo punto scoppia il primo chicco, il secondo, e in un brevissimo tempo scoppiano tutti. E a quel punto, se non avevamo pensato a mettere il coperchio sulla padella, ci troveremo in una cucina che sarà un completo disastro.
Questo secondo ingrediente ha un nome: governance. Serve la capacità di governare l’introduzione e l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella società.
Un’impresa comune
La ricetta per affrontare questa trasformazione prevede quindi due elementi fondamentali: un’evoluzione personale e una collettiva. Il cambiamento che ci attende non può essere affrontato da soli: è un’impresa comune.
L’intelligenza artificiale è, oggi, una delle leve più potenti a nostra disposizione. Porta con sé incertezze, ma anche un enorme potenziale positivo.
E il fatto di avere sui piatti della bilancia questi due elementi ci fa arrivare ad un concetto importante.
Il vero potere non è nell'intelligenza artificiale, il vero potere è nel saper utilizzare al meglio questa potentissima leva, scegliendo consapevolmente come e dove spostare i massi.
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